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AD Italia – December 2025

Issue
521
Pages
102-113

AD Italia

Il teatro delle illusioni

“Colleziono arte, perché mi dà energia, stimoli. È il mio parametro di riferimento per la bellezza.”

Venezia è diversa. Diversa da ogni altra città del mondo – «a certi turisti non piace perché è più sporca e faticosa di quella replica perfetta che c’è a Macao o a Las Vegas» – , diversa anche dall’idea stessa di Venezia che ci siamo fatti guardando le immagini dei film o leggendola sui libri. «Per noi che viviamo in città anonime, noi che prendiamo la macchina e andiamo a lavorare senza incontrare nessuno, qui il contatto umano è continuo e la dimensione urbana completamente diversa», dice l’architetto Luca Bombassei che, dopo aver abitato in una casa di famiglia alla Giudecca, oggi ha dimora nel cinquecentesco Palazzo Contarini Corfù, nato dall’unione di due edifici, con affaccio sul Canal Grande all’angolo con il canale di San Trovaso. Oltre 600 metri quadrati al secondo piano nobile, dimensione non inusuale in un palazzo veneziano, inondati dalla luce mutevole di un triplo affaccio e resi unici dalla vorticosa mescolanza di identità storica e l’intervento contemporaneo di arredi funzionali e site-specific, e arte.

Eleggendo l’elasticità a ragione di vita, o di sopravvivenza, Bombassei ha accettato la lentezza imposta dalle calli strette e dall’acqua, ma non solo: «Dieci minuti di ritardo per un milanese sono un’anomalia, qui la normalità. Rallentando ho imparato a godere, a perdermi guardando le facciate dei palazzi, a scoprire, finalmente, il segreto della sintesi possibile tra l’antico e il contemporaneo e un modus vivendi», spiega.


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Testo di Elena Dellorso – Foto di Simon Watson